Reed my lips

Prendetevi venti minuti per guardare presentazione e Q&A con Harper Reed, il capo del settore tecnologico della campagna di Barack Obama.

Oh, sì, di lui abbiamo parlato in diverse occasioni (e vale la pena di comprare Wired di questo mese per leggersi un’altra intervista di Serena Danna con lui). (la foto è presa dal Photostream di Harper su Flickr)

An englishman in Chicago

Non c’erano solo smanettoni americani e nerd di Chicago nella campagna di Barack Obama. Ma anche un inglese, 33enne, anche lui proveniente da Blue State Digital: Matthew McGregor, tifosissimo del Norwich, in capo alla unità di risposta rapida del team del presidente. La sua presenza a Chicago sta facendo molto riflettere i più svegli nel Labour su come Big Data dovrà diventare il cuore della prossima sfida elettorale anche a Londra.

Le lacrime di Obama

(h/t: Gianluca Di Tommaso)

Il giorno dopo, quattro anni fa

Quando vinse, nel 2008, Barack Obama parlò al suo comitato elettorale così.

L’altro abbraccio

Alla Michelle

L’altro abbraccio, che fa sognare di meno, ma non meno importante per la campagna di Barack Obama. Quello con Jim Messina al quartier generale della campagna a Chicago. Il fatto singolare è che questa foto sia sul sito della Casa Bianca, e non su barackobama.com. Un tributo, certo, ma su un sito istituzionale (ouch). E’ la prima immagine sul sito della Casa Bianca, dopo l’election night.

Ancora a Grant Park?

Piccolo spazio pubblicità

Impossible is nothing.

Chicago Blues

I repubblicani colgono la palla al balzo, e trasformano il refrain di Sweet Home Chicago, canticchiato dal Presidente Obama, in un blues per il prezzo della benzina ai massimi.

Dentro la Bestia

Mario Platero è entrato nel ventre della Bestia, il quartier generale a Chicago della campagna di Barack Obama (come era nel 2008? Guardatelo qui sopra). Colpo da maestro.

Professor Axelrod

Sarà David Axelrod, l’angelo custode di Barack Obama, a dirigere l’Institute of Politics dell’università della sua Chicago. Si prevede boom di iscritti.