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Il sottomarino giallo
Ora che mezzo mondo ha scoperto Nick Clegg, anche gli spin doctor liberaldemocratici stanno vivendo il loro momento di gloria, uscendo dall’ombra dei vari Alastair Campbell o Steve Hilton.
Nella war room che ha preparato il leader libdem per la sua convincente performance nel primo dibattito tv sedevano il suo capo dello staff Danny Alexander, il responsabile della campagna John Sharkey (un passato a Saatchi and Saatchi, pare ci fosse il suo zampino nel celebre manifesto thatcheriano sul Labour che “isn’t working”) e Chris Fox, chief executive del partito.
Allenato per il confronto televisivo da David Laws (nella parte di David Cameron) e Chris Huhne (nei panni di Gordon Brown), Clegg si fida ciecamente dei consigli mediatici di Jonny Oates, il capo della comunicazione, ex Bell Pottinger, e della sua addetta stampa, la teutonica Lena Pietsch (hat tip: Clive Flint)
Un sottomarino giallo che ha affondato le corazzate rossoblu di Labour e conservatori.
Gordon Show
Nome in codice “GB on the road”. E’ lo slogan della campagna elettorale del premier britannico Gordon Brown, in giro per il paese a raccogliere voti. Ma non nei consueti appuntamenti con comizio e fuga precipitosa verso la nuova tappa.
La versione on the road di Brown prevede una sorta di townhall meeting, incontri più intimi, a tema, con la platea raccolta attorno a lui, la presentazione di una giornalista televisiva (oggi candidata laburista), video e domande via Twitter e la presenza tra il pubblico di vari testimonial a rotazione, per lo più ministri ed esponenti del suo partito.
Il clou è lo show di Gordon, sulla falsariga della sua performance alle celebri conferenze TED, in un mix di fondamentali dell’economia e di tratto personale.
Carattere e conti in ordine: è questo il fattore C dello spettacolo itinerante che potrebbe concludersi di nuovo a Downing street.
Tough on Brown
Il ritorno dei fratelli Saatchi nel quartier generale conservatore coincide con la nuova campagna di David Cameron. Protagonista: Gordon Brown.
7 manifesti che picchiano duro sul premier e che cancellano il buonismo della precedente ondata di poster conservatori sul voto swing.
Sarà questo il motivo per cui Cameron ha adottato un look più macho, tra Terminator e Sarah Palin?
Elezioni UK: Il punto
La battaglia elettorale per Downing street è anche uno scontro interno ad una nuova generazione che scalpita per la conquista del futuro della politica britannica, sia tra i laburisti, sia tra i conservatori.
Così il Guardian ci racconta chi sono i “cameroons”, i giovani candidati tory che aspirano a un seggio a Westminster. Come Rory Stewart, etoniano come il leader David Cameron, esperto di politica internazionale, scrittore di fama mondiale grazie al racconto del suo pellegrinaggio a piedi in Afghanistan all’indomani dell’11 settembre e della sua esperienza come vicegovernatore in Iraq, durante il conflitto.
Ma il Labour non è da meno, come dimostra questa intervista a Ed Miliband, responsabile del programma del partito e futuro leader laburista (qualsiasi sia il risultato, il “next Labour” farà Miliband di cognome, sia lui o il fratello maggiore David il prossimo segretario).
Il ministro al cambiamento climatico si impegna ad intostare il reddito minimo e ad abbassare l’età per votare.
Democrazia online
E’ Internet l’arma segreta della amministrazione Obama per la promozione della democrazia.
Dopo il Dipartimento di Stato, anche il Tesoro si muove per favorire l’esportazione di servizi online come le chat o lo scambio di foto online in Iran, Cuba e Sudan.
Not Flash, just Gordon
Il crescendo, in effetti, era una delle cose più efficaci del discorso di Gordon Brown al congresso laburista. Ma quando un governo comincia a passare in rassegna i risultati ottenuti non è mai buon segno …
Staff happens
E due. Dopo Claire Perry, anche il thirtysomething Matt Hancock – entrambi collaboratori strettissimi del cancelliere ombra britannico George Osborne – è stato selezionato per un seggio alle prossime elezioni.
Ex-Banca d’Inghilterra, Matt ricopriva il ruolo di chief of staff di Osborne (prenderà il suo posto Rupert Harrison).
Forse aveva ragione l’Economist: la Gran Bretagna – almeno quella politica – non è un paese per vecchi.
Update:
Il cancelliere Alistair Darling, intanto, punta a un dibattito tv coi suoi omologhi tory e libdem.